Come avviene la classificazione dei rifiuti con attribuzione codice CER
La classificazione dei rifiuti con codice CER è un processo complesso e spesso lungo.
La corretta raccolta differenziata, di cui abbiamo parlato, è solo un primo passo verso la giusta gestione dei rifiuti basata su un ordine gerarchico. A questa si aggiungono altri processi meno noti ma altrettanto fondamentali per preservare l’ambiente che ci ospita.
Tra i servizi che Rpa Group offre c’è anche la classificazione dei rifiuti con attribuzione codice CER. I nostri tecnici, infatti, assicurano affidabilità e massima precisione nella loro catalogazione.
Per poter effettuare una corretta gestione dei rifiuti un aspetto fondamentale è proprio la loro classificazione. In questo ci viene appunto in aiuto il codice CER, valevole a livello europeo, che ne definisce la pericolosità o meno.
Classificazione CER: come definire la pericolosità o meno di un rifiuto
L’abbiamo visto con l’immondizia che quotidianamente accumuliamo: definire dove vada smaltito un rifiuto non è sempre semplice e immediato. Esistono tante eccezioni e situazioni diverse che possono generare confusione.
La classificazione CER viene in aiuto ai produttori proprio per definire quando un prodotto va considerato pericoloso o meno e quindi qual è il modo corretto di smaltire un rifiuto.
Non sempre i codici che vengono attribuiti sono certi e univoci, spesso si presenta la necessità di effettuare analisi dei rifiuti in laboratorio per definire a quale codice CER appartengono. Un servizio che Rpa Group svolge per le piccole e medie imprese soprattutto nella zona di Pesaro e, più in generale, nelle Marche e nell’Emilia Romagna.
Cos’è il codice CER
Il codice europeo del rifiuto (CER) è un elenco di codici di classificazione secondo la direttiva 74/442/CEE, che aiuta a identificare che fine dovranno fare i diversi rifiuti, sia che vadano riciclati sia che debbano essere smaltiti.
Il codice CER si compone di tre coppie di numeri che identificano il rifiuto a seconda del processo produttivo da cui si genera. Una normativa che in Italia è stata adottata a partire dal 2002.
I rifiuti si suddividono in pericolosi e non pericolosi. Alcuni prodotti sono già definiti come pericolosi o non pericolosi a seconda della tipologia in cui rientrano. Nel caso, invece, in cui non sia indicato nella relativa scheda di sicurezza, devono essere svolte analisi in laboratorio per definirne la pericolosità o meno.
Questo vale soprattutto per i rifiuti contraddistinti da “codici CER a specchio”: due codici che si riferiscono allo stesso prodotto ma si differenziano per un asterisco, che indica se è pericoloso o meno, in base alla concentrazione di sostanze pericolose al loro interno.
Come definire un codice CER
Può, quindi, accadere che uno stesso prodotto come, ad esempio, la plastica abbia codici CER differenti. Questo dipende dal processo produttiva da cui è stata generata.
Se, però, non si presta attenzione si potrebbe incappare in una classificazione errata basata solamente sulla descrizione del rifiuti, dimenticandosi della sua provenienza. Per questo è fondamentale affidarsi a un’azienda specializzata nelle analisi di laboratorio per la corretta classificazione dei rifiuti pericolosi o non pericolosi, che effettui la catalogazione scrupolosamente.
Classificando erroneamente un prodotto si potrebbe incorrere non solo in sanzioni ma anche rischiare di pagare oneri economici e gestionali molto più elevati, come accade nel caso di smaltimento di rifiuti ritenuti pericolosi.
Per capire come identificare il giusto codice CER di un rifiuto bisogna suddividere il processo in tre fasi:
- Prima di tutto si identifica il processo produttivo da cui ha avuto origine il rifiuto. Questo viene indicato nella prima coppia di cifre del codice e viene chiamato classe.
- Si individua poi la fase specifica della produzione in cui il rifiuto si è generato. Si determina così la seconda coppia di cifre, chiamata sottoclasse.
- Nell’ultima fase si determina la descrizione specifica del rifiuto, definita dall’ultima coppia di numeri e chiamata categoria.
Definire la pericolosità o meno di un rifiuto con le analisi chimiche in laboratorio
Nei casi in cui si debba definire se un rifiuto rientri nella categoria di quelli pericolosi o non pericolosi è necessario procedere con le analisi chimiche in laboratorio.
In questo caso il produttore preleva un campione rappresentativo del rifiuto e lo porta in un laboratorio abilitato per l’analisi chimica del prodotto.
Il laboratorio analizza, quindi, il campione e, in base alla concentrazione di sostanze pericolose presenti all’interno che superano i limiti di legge, definisce la sua pericolosità o meno e attribuisce il relativo codice CER.
Il servizio di analisi chimico-fisico e microbiologico che Rpa Group offre si rivolge a tutte le aziende di piccole e medie dimensioni di Pesaro e, in generale, delle Marche e dell’Emilia Romagna che hanno la necessità di classificare i proprio rifiuti secondo il codice CER.